V. I. LENIN, cenni biografici e opere principali
Vladimir Ilich Ulianov, conosciuto con lo pseudonimo di Lenin, nacque a Simbirsk sul Volga, il 22 (10) di aprile del 1870.
Suo padre Il'ja Nikolaievic Uljanov (1831-1886), era un insegnante, più tardi ispettore delle scuole popolari della provincia.
La madre di Lenin, Marija Aleksandrovna Blank (1835-1916), era figlia di un medico.
Tutti i fratelli e le sorelle di Lenin, ad eccezione di Olga, morta prematuramente nel 1891, divennero rivoluzionari.
Nel 1887 il fratello maggiore di Lenin, Alessandro, fu giustiziato per la sua partecipazione all’attentato contro lo zar Alessandro III. La perdita dell’amato fratello produsse in Lenin un’impressione profonda e influì sul suo spirito rivoluzionario.
Nello stesso anno Lenin, si diplomò e si iscrisse alla facoltà di legge dell'Università di Kazan. Ben presto venne arrestato per aver preso parte attivamente ai moti studenteschi. Fu espulso dall’Università e confinato nel villaggio di Kokusckino dove rimase fino all’autunno del 1888, leggendo e studiando molto.
Successivamente rientrò a Kazan, dove passò tutto l’inverno 1888-89. In questo periodo Lenin studiò “Il Capitale” di Karl Marx ed entrò in un circolo marxista.
Nel maggio del 1889 Lenin si trasferì a Samara. Lì studiò le opere di Marx e Engels , mentre si preparava per sostenere esami come esterno nella Università di Pietroburgo. Nel novembre 1891 conseguì brillantemente la laurea in giurisprudenza.
A Samara, Lenin organizzò il primo circolo marxista; già da allora spiccava per la sua profonda conoscenza del marxismo.
Nel settembre del 1893 si trasferì a Pietrogrado, dove rimase fino al dicembre 1895, per dedicarsi al lavoro rivoluzionario. Era dirigente riconosciuto dei marxisti di quella città e godeva di stima e affetto da parte degli operai avanzati ai quali teneva lezioni nei circoli.
Durante la primavera e l’estate del 1894, Lenin scrisse la sua prima grande opera: “Che cosa sono gli ‘Amici del Popolo’ e come lottano contro i socialdemocratici”, nella quale svelò completamente la vera faccia reazionaria dei populisti, come falsi amici del popolo che in realtà lavorano contro di esso; allo stesso indicava il cammino di lotta che doveva seguire la classe operaia, definendo la sua funzione come forza rivoluzionaria avanzata della società, mentre definiva anche la funzione dei contadini, come alleati della classe operaia.
Nel 1895 Lenin unificò tutti i circoli operai marxisti di Pietroburgo nella “Unione di lotta per l’emancipazione della classe operaia”, primo embrione di un partito operaio indipendente e rivoluzionario in Russia.
Nel dicembre dello stesso anno, fu arrestato e imprigionato. Restò in carcere un anno e due mesi. Nel 1897 fu esiliato per tre anni nella Siberia orientale, nel distretto di Minusinsk.
Durante il periodo dell’esilio siberiano Lenin sposò nel 1898 Nadezda Kostantinovna Krupskaja (1869-1939), anch'essa deportata.
In Siberia Lenin terminò il lavoro scientifico che aveva iniziato in carcere: “Lo sviluppo del capitalismo in Russia” (pubblicato nel 1899), con il quale completò l’opera di demolizione ideologica del populismo, primo ostacolo ideologico fondamentale sulla strada del movimento comunista e per la divulgazione del marxismo in Russia.
Agli inizi del 1900, Lenin tornò dal confino e a luglio si trasferì in Germania, poi in Svizzera e in Gran Bretagna. È la prima emigrazione politica di Lenin e durò cinque anni e mezzo.
Nell’autunno dello stesso anno Lenin creò il primo periodico politico dei marxisti rivoluzionari per tutta la Russia; ”Iskra”.
L’Iskra leninista realizzò un gran lavoro per l’annichilamento ideologico dell’economismo, che allora era l’ostacolo più importante sulla trada dell’organizzazione del partito del proletariato, per la creazione di un solo partito socialdemocratico (così si chiamavano allora i comunisti) russo, costituito mediante l’unificazione di tutti i gruppi e i circoli disseminati.
In questo periodo adottò lo pseudonimo "Lenin", derivato probabilmente dal fiume siberiano Lena, che comparve per la prima volta nel dicembre 1901 in un articolo sulla rivista “Zaria”.
Nel marzo del 1902 venne pubblicato a Stoccarda il famoso libro “Che fare?”, con il quale Lenin assestò un colpo micidiale all’ideologia dell’economismo, una variante dell’opportunismo, denunciano la sua genuflessione davanti lo spontaneismo e gettò i cimenti teorici del partito rivoluzionario marxista di tipo nuovo. In questa opera Lenin evidenziò con forza l’importanza della teoria rivoluzionaria per il movimento rivoluzionario, sviluppa l’analisi del rapporto fra spontaneità e coscienza, elaborò i fondamenti ideologici del Partito bolscevico e specificò i compiti organizzativi del movimento operaio rivoluzionario.
Nel II Congresso del Partito Operaio Socialdemocratico Russo, che si tenne nel luglio 1903, Lenin portando avanti la lotta contro gli opportunisti assicurò la vittoria del marxismo rivoluzionario e unificò attorno ad esso i bolscevichi.
Nella lotta contro i menscevichi nel Congresso e dopo di esso, Lenin elaborò i fondamenti organizzativi del partito bolscevico, il partito di nuovo tipo. In questo compito ebbe un valore eccezionale il libro di Lenin “Un passo avanti e due indietro”, pubblicato nel maggio del 1904, nel quale per la prima volta nella storia del marxismo pose le basi teoriche del partito come organizzazione integrante e dirigente del proletariato nella sua lotta per il socialismo scientifico.
In vista della rivoluzione del 1905, Lenin, nella lotta contro i disorganizzatori, i menscevichi (Plekhanov, Martov, Trotzky, etc.), creò l’organo di stampa bolscevico “l’Avanti” e preparò il Partito per la rivoluzione che si avvicinava.
Quando la rivoluzione iniziò, Lenin rientrò in Russia dall’emigrazione per dirigerla direttamente. Dispiegò una grande lotta contro i cadetti, i social-rivoluzionari, i menscevichi e i trozkisti che frenavano lo sviluppo della rivoluzione. Chiamò alla insurrezione armata e alla conquista della dittatura democratica-rivoluzionaria del proletariato e dei contadini e diresse tutta la lotta rivoluzionaria della classe operaia.
Nel suo storico libro “Due tattiche della classe operaia nella rivoluzione democratica”, che vide la luce pubblicamente nel luglio 1906, Lenin innalzò i pilastri tattici del partito bolscevico e dette un nuovo orientamento ai problemi del rapporto tra la rivoluzione borghese e la rivoluzione socialista, promuovendo una nuova teoria della rivoluzione socialista realizzata non dal proletariato isolato contro tutta la borghesia, ma dal proletariato dirigente, alleato degli elementi semiproletari della popolazione, ossia dei milioni della massa lavoratrice sfruttata e oppressa.
Nella teoria di Lenin non si arrivava ancora direttamente alla conclusione che era possibile il trionfo del socialismo in un solo paese, ma vi erano già contenuti tutti o quasi tutti gli elementi fondamentali necessari per arrivare, più o meno tardi, a questa conclusione.
Nel dicembre del 1905, nella Conferenza di Tammerfors, in Finlandia, si tenne il primo incontro personale di Lenin con Stalin, che fino ad allora si conoscevano solo per corrispondenza .
Nel 1907, dopo la sconfitta della rivoluzione, Lenin si vide costretto a emigrare di nuovo all’estero. Durante gli anni della reazione zarista, Lenin unì le forze dei bolscevichi nella lotta contro i liquidatori, otsovisti e trozkisti, preparando la loro espulsione dal partito, e realizzò, sotto tutti gli aspetti, l’organizzazione del partito di tipo nuovo, il partito della rivoluzione sociale.
Per la preparazione di tale partito ebbe un valore immenso l’opera “Materialismo ed empiriocriticismo”, pubblicata nel 1909. In questa opera Lenin difese i fondamenti teorici del partito marxista, il materialismo dialettico e il materialismo storico. Nella lotta contro i revisionisti, i rinnegati e i dissimulatori, Bogdanov e soci, continuò a sviluppare la filosofia del marxismo, sintetizzando tutto il nuovo che la scienza aveva conquistato dopo la morte di Engels.
Il risultato dei lungi anni di lavoro che Lenin, dalla stessa affermazione del bolscevismo, a favore della costruzione del partito di tipo nuovo, fu la formazione dei bolscevichi in partito politico indipendente del proletariato, separato dai menscevichi, effettuata nella Conferenza di Parga del 1912.
Dall’inizio della nuova ascesa del movimento rivoluzionario, nello stesso anno, cominciò ad apparire il giornale operaio di massa “Pravda”, organizzato da Stalin su indicazione di Lenin.
Lenin che si trovava a Parigi, si trasferì a Cracovia, più vicino alla Russia, per avere la possibilità di dirigere direttamente il lavoro rivoluzionario del Partito.
Quando scoppiò la guerra imperialista, Lenin fu arrestato dalla polizia austriaca, passando in carcere alcuni giorni, per poi trasferirsi in Svizzera. Durante gli anni di guerra Lenin elaborò la teoria e la tattica del partito bolscevico sui problemi della guerra, della pace e della rivoluzione.
Ne “La guerra e la socialdemocrazia russa” (1914), Lenin spiega che ai comunisti “incombe innanzi tutto il dovere di svelare il vero significato della guerra e di smascherare senza pietà le menzogne, i sofismi e le frasi “patriottiche” propagate dalle classi dominanti, dai grandi proprietari fondiari e dalla borghesia in difesa della guerra”.
Nello scritto “Il socialismo e la guerra” (1915), Lenin stabilisce la distinzione fra pacifisti, anarchici e comunisti, tra guerre giuste e ingiuste, esamina i diversi tipi di guerre nei tempi moderni e riassume gli insegnamenti essenziali del marxismo per la politica della classe operaia nei confronti di una guerra ingiusta e imperialista.
Dopo aver scritto questa opera, Lenin partecipò alla Conferenza di Zimmerwald, dove pose le basi per la rinascita dell’associazione internazionale del proletariato rivoluzionario, libera dalle influenze imperialiste, opportuniste e socialscioviniste.
Durante questo periodo, nella primavera del 1916, Lenin scrisse la sua nota opera “L’imperialismo, fase suprema del capitalismo”, nella quale definì le principali caratteristiche economiche dell’imperialismo, mise a nudo il carattere di rapina, imperialista, della guerra, diede fondamenta alla legge da lui scoperta dello sviluppo ineguale del capitalismo sotto l’imperialismo, dimostrò che l’imperialismo è il capitalismo agonizzante, il preludio della rivoluzione socialista.
Basandosi sulla sua teoria dell’imperialismo, Lenin, in una serie di lavori (“Sulla parola d’ordine degli Stati Uniti d’Europa”, 1915; “Il programma militare della rivoluzione proletaria”, 1916), spiegò teoricamente la possibilità della vittoria del socialismo all’inizio in alcuni paesi o anche in un solo paese capitalistico preso separatamente.
Lenin, lanciando la parola d’ordine della disfatta nella guerra del “proprio” governo, chiamava a trasformare la guerra imperialista in guerra civile e a lavorare in tal senso per abbattere il potere della borghesia.
Marchiò quindi a fuoco i capi della Seconda Internazionale che avevano tradito la classe operaia prendendo posizione per la “difesa della patria”, ovvero a sostegno della dittatura della borghesia.
Lenin smascherò anche i traditori del campo centrista, Kaustky, Trotsky i socialsciovinisti mascherati.
Durante gli anni della guerra, Lenin lavorò duramente per l’ulteriore sviluppo delle basi teoriche e filosofiche del marxismo. Le sue osservazioni filosofiche, i suoi appunti, le note di questo periodo formano la raccolta dei “Quaderni filosofici”, di grande importanza per lo studio del metodo dialettico marxista.
Poco dopo l’abbattimento, nel febbraio 1917, dell’autocrazia zarista in Russia, Lenin tornò dall’emigrazione e il 16 aprile arrivò a Pietrogrado. Il ritorno di Lenin ebbe un’enorme importanza per il Partito bolscevico e per la rivoluzione. Le famose “Tesi di Aprile”, con le quali apparì Lenin, costituirono un geniale piano di lotta per la trasformazione della rivoluzione democratico-borghese in rivoluzione socialista. In queste tesi Lenin lanciò la parola d’ordine “Tutto il potere ai soviet!”.
Perseguitato dalla borghesia e dai suoi mercenari social-rivoluzionari e menscevichi, Lenin in vista dell’ordine di cattura spiccato contro di lui, si vide costretto a passare alla clandestinità. I menscevichi e i social-rivoluzionari esigevano che Lenin comparisse davanti il tribunale, e questa pretesa era appoggiata da Trotsky, Kamenev e Rikov. Ma su proposta di Stalin, che prevedeva che si stava tramando l’assassinio di Lenin, il VI Congresso del Partito bolscevico respinse la richiesta dei menscevichi, dei social-rivoluzionari e dei trozkisti, e grazie a ciò fu salvata la vita di Lenin.
Pur trovandosi in clandestinità, Lenin continuò a dirigere il Partito. In questo periodo scrisse il suo famoso libro “Stato e Rivoluzione”, nel quale sviluppò la teoria di Marx sulla dittatura del proletariato.
Nel settembre del 1917, in una serie di articoli e lettere dirette al Comitato Centrale del Partito e alle organizzazioni bolsceviche, Lenin chiamò a organizzare l’insurrezione e a conquistare il potere. Allo stesso tempo elaborò un piano concreto dell’insurrezione armata.
Il 7 ottobre si trasferì illegalmente dalla Finlandia a Pietroburgo e il 10 dello stesso mese il Comitato Centrale adottò la risoluzione sull’insurrezione armata che Lenin presentò dopo il suo rapporto.
Il 24 ottobre, di notte, Lenin arrivò allo Smolny e prese in mano la direzione dell’insurrezione che era cominciata nella mattina dello stesso giorno. Sotto la direzione di Lenin e del suo compagno d’armi, Stalin, trionfò la Grande Rivoluzione Socialista d’Ottobre.
Nel II Congresso dei Soviet, Lenin intervenne con i suoi storici decreti sula pace e sulla terra. Condusse il Consiglio dei Commissari del popolo. Il promo governo operaio e contadino del mondo, eletto in tale Congresso.
I nemici, vedendo in Lenin l’incarnazione della rivoluzione proletaria, attentarono più di una volta alla sua vita. Il 30 agosto del 1918, Lenin fu gravemente ferito da una terrorista social-rivoluzionaria.
In condizioni straordinariamente difficili, la classe operaia, con Lenin e Stalin alla testa, difese la giovane Repubblica socialista sovietica contro la controrivoluzione interna ed esterna.
Sotto la direzione di Lenin e di Stalin venne creata nel 1918 l’Armata Rossa. Con una lunga e accanita lotta essa distrusse, negli anni della guerra civile, le guardie bianche e le truppe dei paesi imperialisti e capitalisti intervenzionisti dell’”Intesa”.
In questo periodo Lenin organizzò e riunì le forze del proletariato rivoluzionario internazionale. Nel marzo del1919, come risultato del lavoro di Lenin durante lunghi anni per raggruppare e organizzare le forze del proletariato rivoluzionario internazionale, venne creata a Mosca la Terza Internazionale Comunista, che ravvivò le migliori tradizioni della lotta rivoluzionaria della classe operaia.
Per Lenin due erano gli errori principali dei comunisti europei: l'estremismo e il centrismo riformistico, questa analisi venne riportata nel saggio “L'estremismo, malattia infantile del comunismo” (1920).
Con la fine della guerra civile, Lenin organizzò e diresse il lavoro di ristabilimento dell’economia sovietica, realizzò il passaggio dalla politica dell’economia di guerra alla nuova politica economica (NEP), portò avanti la lotta ai trozkisti, ai bukhariniani e agli altri nemici del bolscevismo che minavano l’unità e la capacità combattiva del partito.
Su proposta di Lenin il Partito, nel X Congresso che si svolse nel 1921, adottò la risoluzione speciale “Sull’unità del Partito”, sconfiggendo le opposizioni anti-Partito che di fatto aiutavano i nemici di classe della rivoluzione proletaria.
Il 20 novembre del 1922, Lenin, già gravemente malato, intervenne nella seduta plenaria dei Soviet di Mosca con un discorso sulla politica interna ed estera, terminando il suo intervento con le storiche parole “questo compito lo adempiremo ad ogni costo…. per far sì che dalla Russia della NEP si trasformi nella Russia socialista”. Questo fu il suo ultimo discorso.
Prima della sua morte, Lenin in una serie di formidabili articoli di orientamento (“Paginette di diario”, “Sulla cooperazione”, “Sulla nostra rivoluzione”, “Come riorganizzare l’ispezione operaia e contadina”, “Meglio meno, ma meglio”), fece il bilancio del lavoro svolto e fissò le pietre miliari dell’ulteriore sviluppo della rivoluzione. In questi articoli, che per lunghi anni servirono di orientamento per il lavoro del partito, Lenin dimostrò che il paese dei Soviet disponeva di tutto il necessario per costruire pienamente la società socialista.
Le dure condizioni di vita di Lenin sotto lo zarismo, l’intenso e sovrumano lavoro svolto in campo teorico e pratico, le gravi ferite prodotte dall’attentato del 1918, minarono le forze di Lenin e accorciarono la sua vita.
Il 21 gennaio del 1924, a Gorki, vicino Mosca, Lenin morì. Aveva 53 anni e 9 mesi.
La classe operaia e i popoli del mondo intero ricevettero con immenso dolore la notizia della sua morte.
Con un discorso del compagno Stalin, il compagno di lotta e prosecutore dell’opera e del pensiero di Lenin, i militanti del partito bolscevico fecero il giuramento per conservare puro l’appellativo di membro del partito, di salvaguardare l’unità del partito, di salvaguardare e rafforzare la dittatura del proletariato, l’alleanza fra operai e contadini, l’Unione delle Repubbliche e di rimanere fedeli i principi dell’Internazionale Comunista.
Sotto la bandiera di Lenin, il partito, la classe operaia e i popoli diretti da Stalin, ottennero grandi successi.
Il nome di Lenin, nostra guida e maestro, vive e vivrà per sempre nella mente e nel cuore dell’umanità lavoratrice.
Suo padre Il'ja Nikolaievic Uljanov (1831-1886), era un insegnante, più tardi ispettore delle scuole popolari della provincia.
La madre di Lenin, Marija Aleksandrovna Blank (1835-1916), era figlia di un medico.
Tutti i fratelli e le sorelle di Lenin, ad eccezione di Olga, morta prematuramente nel 1891, divennero rivoluzionari.
Nel 1887 il fratello maggiore di Lenin, Alessandro, fu giustiziato per la sua partecipazione all’attentato contro lo zar Alessandro III. La perdita dell’amato fratello produsse in Lenin un’impressione profonda e influì sul suo spirito rivoluzionario.
Nello stesso anno Lenin, si diplomò e si iscrisse alla facoltà di legge dell'Università di Kazan. Ben presto venne arrestato per aver preso parte attivamente ai moti studenteschi. Fu espulso dall’Università e confinato nel villaggio di Kokusckino dove rimase fino all’autunno del 1888, leggendo e studiando molto.
Successivamente rientrò a Kazan, dove passò tutto l’inverno 1888-89. In questo periodo Lenin studiò “Il Capitale” di Karl Marx ed entrò in un circolo marxista.
Nel maggio del 1889 Lenin si trasferì a Samara. Lì studiò le opere di Marx e Engels , mentre si preparava per sostenere esami come esterno nella Università di Pietroburgo. Nel novembre 1891 conseguì brillantemente la laurea in giurisprudenza.
A Samara, Lenin organizzò il primo circolo marxista; già da allora spiccava per la sua profonda conoscenza del marxismo.
Nel settembre del 1893 si trasferì a Pietrogrado, dove rimase fino al dicembre 1895, per dedicarsi al lavoro rivoluzionario. Era dirigente riconosciuto dei marxisti di quella città e godeva di stima e affetto da parte degli operai avanzati ai quali teneva lezioni nei circoli.
Durante la primavera e l’estate del 1894, Lenin scrisse la sua prima grande opera: “Che cosa sono gli ‘Amici del Popolo’ e come lottano contro i socialdemocratici”, nella quale svelò completamente la vera faccia reazionaria dei populisti, come falsi amici del popolo che in realtà lavorano contro di esso; allo stesso indicava il cammino di lotta che doveva seguire la classe operaia, definendo la sua funzione come forza rivoluzionaria avanzata della società, mentre definiva anche la funzione dei contadini, come alleati della classe operaia.
Nel 1895 Lenin unificò tutti i circoli operai marxisti di Pietroburgo nella “Unione di lotta per l’emancipazione della classe operaia”, primo embrione di un partito operaio indipendente e rivoluzionario in Russia.
Nel dicembre dello stesso anno, fu arrestato e imprigionato. Restò in carcere un anno e due mesi. Nel 1897 fu esiliato per tre anni nella Siberia orientale, nel distretto di Minusinsk.
Durante il periodo dell’esilio siberiano Lenin sposò nel 1898 Nadezda Kostantinovna Krupskaja (1869-1939), anch'essa deportata.
In Siberia Lenin terminò il lavoro scientifico che aveva iniziato in carcere: “Lo sviluppo del capitalismo in Russia” (pubblicato nel 1899), con il quale completò l’opera di demolizione ideologica del populismo, primo ostacolo ideologico fondamentale sulla strada del movimento comunista e per la divulgazione del marxismo in Russia.
Agli inizi del 1900, Lenin tornò dal confino e a luglio si trasferì in Germania, poi in Svizzera e in Gran Bretagna. È la prima emigrazione politica di Lenin e durò cinque anni e mezzo.
Nell’autunno dello stesso anno Lenin creò il primo periodico politico dei marxisti rivoluzionari per tutta la Russia; ”Iskra”.
L’Iskra leninista realizzò un gran lavoro per l’annichilamento ideologico dell’economismo, che allora era l’ostacolo più importante sulla trada dell’organizzazione del partito del proletariato, per la creazione di un solo partito socialdemocratico (così si chiamavano allora i comunisti) russo, costituito mediante l’unificazione di tutti i gruppi e i circoli disseminati.
In questo periodo adottò lo pseudonimo "Lenin", derivato probabilmente dal fiume siberiano Lena, che comparve per la prima volta nel dicembre 1901 in un articolo sulla rivista “Zaria”.
Nel marzo del 1902 venne pubblicato a Stoccarda il famoso libro “Che fare?”, con il quale Lenin assestò un colpo micidiale all’ideologia dell’economismo, una variante dell’opportunismo, denunciano la sua genuflessione davanti lo spontaneismo e gettò i cimenti teorici del partito rivoluzionario marxista di tipo nuovo. In questa opera Lenin evidenziò con forza l’importanza della teoria rivoluzionaria per il movimento rivoluzionario, sviluppa l’analisi del rapporto fra spontaneità e coscienza, elaborò i fondamenti ideologici del Partito bolscevico e specificò i compiti organizzativi del movimento operaio rivoluzionario.
Nel II Congresso del Partito Operaio Socialdemocratico Russo, che si tenne nel luglio 1903, Lenin portando avanti la lotta contro gli opportunisti assicurò la vittoria del marxismo rivoluzionario e unificò attorno ad esso i bolscevichi.
Nella lotta contro i menscevichi nel Congresso e dopo di esso, Lenin elaborò i fondamenti organizzativi del partito bolscevico, il partito di nuovo tipo. In questo compito ebbe un valore eccezionale il libro di Lenin “Un passo avanti e due indietro”, pubblicato nel maggio del 1904, nel quale per la prima volta nella storia del marxismo pose le basi teoriche del partito come organizzazione integrante e dirigente del proletariato nella sua lotta per il socialismo scientifico.
In vista della rivoluzione del 1905, Lenin, nella lotta contro i disorganizzatori, i menscevichi (Plekhanov, Martov, Trotzky, etc.), creò l’organo di stampa bolscevico “l’Avanti” e preparò il Partito per la rivoluzione che si avvicinava.
Quando la rivoluzione iniziò, Lenin rientrò in Russia dall’emigrazione per dirigerla direttamente. Dispiegò una grande lotta contro i cadetti, i social-rivoluzionari, i menscevichi e i trozkisti che frenavano lo sviluppo della rivoluzione. Chiamò alla insurrezione armata e alla conquista della dittatura democratica-rivoluzionaria del proletariato e dei contadini e diresse tutta la lotta rivoluzionaria della classe operaia.
Nel suo storico libro “Due tattiche della classe operaia nella rivoluzione democratica”, che vide la luce pubblicamente nel luglio 1906, Lenin innalzò i pilastri tattici del partito bolscevico e dette un nuovo orientamento ai problemi del rapporto tra la rivoluzione borghese e la rivoluzione socialista, promuovendo una nuova teoria della rivoluzione socialista realizzata non dal proletariato isolato contro tutta la borghesia, ma dal proletariato dirigente, alleato degli elementi semiproletari della popolazione, ossia dei milioni della massa lavoratrice sfruttata e oppressa.
Nella teoria di Lenin non si arrivava ancora direttamente alla conclusione che era possibile il trionfo del socialismo in un solo paese, ma vi erano già contenuti tutti o quasi tutti gli elementi fondamentali necessari per arrivare, più o meno tardi, a questa conclusione.
Nel dicembre del 1905, nella Conferenza di Tammerfors, in Finlandia, si tenne il primo incontro personale di Lenin con Stalin, che fino ad allora si conoscevano solo per corrispondenza .
Nel 1907, dopo la sconfitta della rivoluzione, Lenin si vide costretto a emigrare di nuovo all’estero. Durante gli anni della reazione zarista, Lenin unì le forze dei bolscevichi nella lotta contro i liquidatori, otsovisti e trozkisti, preparando la loro espulsione dal partito, e realizzò, sotto tutti gli aspetti, l’organizzazione del partito di tipo nuovo, il partito della rivoluzione sociale.
Per la preparazione di tale partito ebbe un valore immenso l’opera “Materialismo ed empiriocriticismo”, pubblicata nel 1909. In questa opera Lenin difese i fondamenti teorici del partito marxista, il materialismo dialettico e il materialismo storico. Nella lotta contro i revisionisti, i rinnegati e i dissimulatori, Bogdanov e soci, continuò a sviluppare la filosofia del marxismo, sintetizzando tutto il nuovo che la scienza aveva conquistato dopo la morte di Engels.
Il risultato dei lungi anni di lavoro che Lenin, dalla stessa affermazione del bolscevismo, a favore della costruzione del partito di tipo nuovo, fu la formazione dei bolscevichi in partito politico indipendente del proletariato, separato dai menscevichi, effettuata nella Conferenza di Parga del 1912.
Dall’inizio della nuova ascesa del movimento rivoluzionario, nello stesso anno, cominciò ad apparire il giornale operaio di massa “Pravda”, organizzato da Stalin su indicazione di Lenin.
Lenin che si trovava a Parigi, si trasferì a Cracovia, più vicino alla Russia, per avere la possibilità di dirigere direttamente il lavoro rivoluzionario del Partito.
Quando scoppiò la guerra imperialista, Lenin fu arrestato dalla polizia austriaca, passando in carcere alcuni giorni, per poi trasferirsi in Svizzera. Durante gli anni di guerra Lenin elaborò la teoria e la tattica del partito bolscevico sui problemi della guerra, della pace e della rivoluzione.
Ne “La guerra e la socialdemocrazia russa” (1914), Lenin spiega che ai comunisti “incombe innanzi tutto il dovere di svelare il vero significato della guerra e di smascherare senza pietà le menzogne, i sofismi e le frasi “patriottiche” propagate dalle classi dominanti, dai grandi proprietari fondiari e dalla borghesia in difesa della guerra”.
Nello scritto “Il socialismo e la guerra” (1915), Lenin stabilisce la distinzione fra pacifisti, anarchici e comunisti, tra guerre giuste e ingiuste, esamina i diversi tipi di guerre nei tempi moderni e riassume gli insegnamenti essenziali del marxismo per la politica della classe operaia nei confronti di una guerra ingiusta e imperialista.
Dopo aver scritto questa opera, Lenin partecipò alla Conferenza di Zimmerwald, dove pose le basi per la rinascita dell’associazione internazionale del proletariato rivoluzionario, libera dalle influenze imperialiste, opportuniste e socialscioviniste.
Durante questo periodo, nella primavera del 1916, Lenin scrisse la sua nota opera “L’imperialismo, fase suprema del capitalismo”, nella quale definì le principali caratteristiche economiche dell’imperialismo, mise a nudo il carattere di rapina, imperialista, della guerra, diede fondamenta alla legge da lui scoperta dello sviluppo ineguale del capitalismo sotto l’imperialismo, dimostrò che l’imperialismo è il capitalismo agonizzante, il preludio della rivoluzione socialista.
Basandosi sulla sua teoria dell’imperialismo, Lenin, in una serie di lavori (“Sulla parola d’ordine degli Stati Uniti d’Europa”, 1915; “Il programma militare della rivoluzione proletaria”, 1916), spiegò teoricamente la possibilità della vittoria del socialismo all’inizio in alcuni paesi o anche in un solo paese capitalistico preso separatamente.
Lenin, lanciando la parola d’ordine della disfatta nella guerra del “proprio” governo, chiamava a trasformare la guerra imperialista in guerra civile e a lavorare in tal senso per abbattere il potere della borghesia.
Marchiò quindi a fuoco i capi della Seconda Internazionale che avevano tradito la classe operaia prendendo posizione per la “difesa della patria”, ovvero a sostegno della dittatura della borghesia.
Lenin smascherò anche i traditori del campo centrista, Kaustky, Trotsky i socialsciovinisti mascherati.
Durante gli anni della guerra, Lenin lavorò duramente per l’ulteriore sviluppo delle basi teoriche e filosofiche del marxismo. Le sue osservazioni filosofiche, i suoi appunti, le note di questo periodo formano la raccolta dei “Quaderni filosofici”, di grande importanza per lo studio del metodo dialettico marxista.
Poco dopo l’abbattimento, nel febbraio 1917, dell’autocrazia zarista in Russia, Lenin tornò dall’emigrazione e il 16 aprile arrivò a Pietrogrado. Il ritorno di Lenin ebbe un’enorme importanza per il Partito bolscevico e per la rivoluzione. Le famose “Tesi di Aprile”, con le quali apparì Lenin, costituirono un geniale piano di lotta per la trasformazione della rivoluzione democratico-borghese in rivoluzione socialista. In queste tesi Lenin lanciò la parola d’ordine “Tutto il potere ai soviet!”.
Perseguitato dalla borghesia e dai suoi mercenari social-rivoluzionari e menscevichi, Lenin in vista dell’ordine di cattura spiccato contro di lui, si vide costretto a passare alla clandestinità. I menscevichi e i social-rivoluzionari esigevano che Lenin comparisse davanti il tribunale, e questa pretesa era appoggiata da Trotsky, Kamenev e Rikov. Ma su proposta di Stalin, che prevedeva che si stava tramando l’assassinio di Lenin, il VI Congresso del Partito bolscevico respinse la richiesta dei menscevichi, dei social-rivoluzionari e dei trozkisti, e grazie a ciò fu salvata la vita di Lenin.
Pur trovandosi in clandestinità, Lenin continuò a dirigere il Partito. In questo periodo scrisse il suo famoso libro “Stato e Rivoluzione”, nel quale sviluppò la teoria di Marx sulla dittatura del proletariato.
Nel settembre del 1917, in una serie di articoli e lettere dirette al Comitato Centrale del Partito e alle organizzazioni bolsceviche, Lenin chiamò a organizzare l’insurrezione e a conquistare il potere. Allo stesso tempo elaborò un piano concreto dell’insurrezione armata.
Il 7 ottobre si trasferì illegalmente dalla Finlandia a Pietroburgo e il 10 dello stesso mese il Comitato Centrale adottò la risoluzione sull’insurrezione armata che Lenin presentò dopo il suo rapporto.
Il 24 ottobre, di notte, Lenin arrivò allo Smolny e prese in mano la direzione dell’insurrezione che era cominciata nella mattina dello stesso giorno. Sotto la direzione di Lenin e del suo compagno d’armi, Stalin, trionfò la Grande Rivoluzione Socialista d’Ottobre.
Nel II Congresso dei Soviet, Lenin intervenne con i suoi storici decreti sula pace e sulla terra. Condusse il Consiglio dei Commissari del popolo. Il promo governo operaio e contadino del mondo, eletto in tale Congresso.
I nemici, vedendo in Lenin l’incarnazione della rivoluzione proletaria, attentarono più di una volta alla sua vita. Il 30 agosto del 1918, Lenin fu gravemente ferito da una terrorista social-rivoluzionaria.
In condizioni straordinariamente difficili, la classe operaia, con Lenin e Stalin alla testa, difese la giovane Repubblica socialista sovietica contro la controrivoluzione interna ed esterna.
Sotto la direzione di Lenin e di Stalin venne creata nel 1918 l’Armata Rossa. Con una lunga e accanita lotta essa distrusse, negli anni della guerra civile, le guardie bianche e le truppe dei paesi imperialisti e capitalisti intervenzionisti dell’”Intesa”.
In questo periodo Lenin organizzò e riunì le forze del proletariato rivoluzionario internazionale. Nel marzo del1919, come risultato del lavoro di Lenin durante lunghi anni per raggruppare e organizzare le forze del proletariato rivoluzionario internazionale, venne creata a Mosca la Terza Internazionale Comunista, che ravvivò le migliori tradizioni della lotta rivoluzionaria della classe operaia.
Per Lenin due erano gli errori principali dei comunisti europei: l'estremismo e il centrismo riformistico, questa analisi venne riportata nel saggio “L'estremismo, malattia infantile del comunismo” (1920).
Con la fine della guerra civile, Lenin organizzò e diresse il lavoro di ristabilimento dell’economia sovietica, realizzò il passaggio dalla politica dell’economia di guerra alla nuova politica economica (NEP), portò avanti la lotta ai trozkisti, ai bukhariniani e agli altri nemici del bolscevismo che minavano l’unità e la capacità combattiva del partito.
Su proposta di Lenin il Partito, nel X Congresso che si svolse nel 1921, adottò la risoluzione speciale “Sull’unità del Partito”, sconfiggendo le opposizioni anti-Partito che di fatto aiutavano i nemici di classe della rivoluzione proletaria.
Il 20 novembre del 1922, Lenin, già gravemente malato, intervenne nella seduta plenaria dei Soviet di Mosca con un discorso sulla politica interna ed estera, terminando il suo intervento con le storiche parole “questo compito lo adempiremo ad ogni costo…. per far sì che dalla Russia della NEP si trasformi nella Russia socialista”. Questo fu il suo ultimo discorso.
Prima della sua morte, Lenin in una serie di formidabili articoli di orientamento (“Paginette di diario”, “Sulla cooperazione”, “Sulla nostra rivoluzione”, “Come riorganizzare l’ispezione operaia e contadina”, “Meglio meno, ma meglio”), fece il bilancio del lavoro svolto e fissò le pietre miliari dell’ulteriore sviluppo della rivoluzione. In questi articoli, che per lunghi anni servirono di orientamento per il lavoro del partito, Lenin dimostrò che il paese dei Soviet disponeva di tutto il necessario per costruire pienamente la società socialista.
Le dure condizioni di vita di Lenin sotto lo zarismo, l’intenso e sovrumano lavoro svolto in campo teorico e pratico, le gravi ferite prodotte dall’attentato del 1918, minarono le forze di Lenin e accorciarono la sua vita.
Il 21 gennaio del 1924, a Gorki, vicino Mosca, Lenin morì. Aveva 53 anni e 9 mesi.
La classe operaia e i popoli del mondo intero ricevettero con immenso dolore la notizia della sua morte.
Con un discorso del compagno Stalin, il compagno di lotta e prosecutore dell’opera e del pensiero di Lenin, i militanti del partito bolscevico fecero il giuramento per conservare puro l’appellativo di membro del partito, di salvaguardare l’unità del partito, di salvaguardare e rafforzare la dittatura del proletariato, l’alleanza fra operai e contadini, l’Unione delle Repubbliche e di rimanere fedeli i principi dell’Internazionale Comunista.
Sotto la bandiera di Lenin, il partito, la classe operaia e i popoli diretti da Stalin, ottennero grandi successi.
Il nome di Lenin, nostra guida e maestro, vive e vivrà per sempre nella mente e nel cuore dell’umanità lavoratrice.
Dicono di Lenin
Lenin. Il rivoluzionario che giocava coi gatti (di Anatolij Lunacarskij)
Quando conobbi Lenin più a fondo, scoprii una sua qualità che non appare subito: la sua stupefacente vitalità. Lo spirito di Lenin ribolle, scintilla di vita. Oggi, mentre scrivo queste righe, Lenin ha già cinquant'anni, eppure è ancora un uomo giovane, con un ritmo di vita giovanile.
Com'è contagiosa la sua risata, affascinante, spontanea come quella di un bambino! È cosi facile divertire Lenin! Lui si abbandona volentieri al riso, che è l'espressione del trionfo dell'uomo sulle avversità. Anche quando mi sono trovato con lui in momenti molto difficili, l'ho sempre visto sereno e pronto a scoppiare nella sua allegra risata abituale. Perfino la sua collera è stranamente affettuosa. Oggi la riprovazione di Lenin potrebbe distruggere dozzine, forse centinaia di persone: eppure egli modera sempre la sua irritazione esprimendola in modo quasi scherzoso. La sua collera è come un temporale, « che quasi per gioco, scherzando, tuoni in un cielo azzurro » (n.d.r. è un famoso verso di Tjutcev).
Ho osservato che spesso l'apparente concitazione, le parole irose, le frecciate d'ironia velenosa, in lui sono accompagnate da un guizzo d'allegria in fondo allo sguardo. Da un momento all'altro Lenin può metter fine alla sfuriata che ha montato soltanto perché serviva a un suo scopo. La sua disposizione d'animo rimane non soltanto serena, ma addirittura allegra.
Anche nella vita privata, Lenin ama tutte le forme di svago senza pretese, dirette, semplici e rumorose. I suoi compagni di gioco preferiti sono i bambini e i gatti; talvolta rimane ore e ore di seguito a giocare con loro.
Sul lavoro Lenin rivela le stesse qualità del suo spirito sano e vitale. La mia esperienza personale non mi consente di affermare che Lenin sia un lavoratore accanito. Non l'ho mai visto immerso nella lettura di un libro o curvo sulla scrivania. Lenin scrive i suoi articoli senza il minimo sforzo, di getto, senza bisogno di correzioni. Può scrivere in ogni momento della giornata: più spesso lo fa al mattino appena si alza, ma scrive altrettanto bene di sera, alla fine di una giornata spossante, o in qualsiasi altro momento. (1923)
Quando conobbi Lenin più a fondo, scoprii una sua qualità che non appare subito: la sua stupefacente vitalità. Lo spirito di Lenin ribolle, scintilla di vita. Oggi, mentre scrivo queste righe, Lenin ha già cinquant'anni, eppure è ancora un uomo giovane, con un ritmo di vita giovanile.
Com'è contagiosa la sua risata, affascinante, spontanea come quella di un bambino! È cosi facile divertire Lenin! Lui si abbandona volentieri al riso, che è l'espressione del trionfo dell'uomo sulle avversità. Anche quando mi sono trovato con lui in momenti molto difficili, l'ho sempre visto sereno e pronto a scoppiare nella sua allegra risata abituale. Perfino la sua collera è stranamente affettuosa. Oggi la riprovazione di Lenin potrebbe distruggere dozzine, forse centinaia di persone: eppure egli modera sempre la sua irritazione esprimendola in modo quasi scherzoso. La sua collera è come un temporale, « che quasi per gioco, scherzando, tuoni in un cielo azzurro » (n.d.r. è un famoso verso di Tjutcev).
Ho osservato che spesso l'apparente concitazione, le parole irose, le frecciate d'ironia velenosa, in lui sono accompagnate da un guizzo d'allegria in fondo allo sguardo. Da un momento all'altro Lenin può metter fine alla sfuriata che ha montato soltanto perché serviva a un suo scopo. La sua disposizione d'animo rimane non soltanto serena, ma addirittura allegra.
Anche nella vita privata, Lenin ama tutte le forme di svago senza pretese, dirette, semplici e rumorose. I suoi compagni di gioco preferiti sono i bambini e i gatti; talvolta rimane ore e ore di seguito a giocare con loro.
Sul lavoro Lenin rivela le stesse qualità del suo spirito sano e vitale. La mia esperienza personale non mi consente di affermare che Lenin sia un lavoratore accanito. Non l'ho mai visto immerso nella lettura di un libro o curvo sulla scrivania. Lenin scrive i suoi articoli senza il minimo sforzo, di getto, senza bisogno di correzioni. Può scrivere in ogni momento della giornata: più spesso lo fa al mattino appena si alza, ma scrive altrettanto bene di sera, alla fine di una giornata spossante, o in qualsiasi altro momento. (1923)